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Un video per raccontare FACILITY Gest
04 marzo 2020

Un video per raccontare FACILITY Gest

Invece di raccontare “chi siamo” e “cosa facciamo”, oggi scegliamo l’animazione digitale per raccontare “il come” e “il perché lo facciamo”.

La risposta è racchiusa nella differenza che c’è tra il fare e il pensare. Noi abbiamo provato ad interpretarla.

Anche di questi temi tratta l’intervento del nostro direttore generale Mauro Capozzi, che all’FM DAY, ha raccontato FACILITY Gest e la sua visione.

Di seguito la trascrizione della conferenza:

Moderatore
Qual è il suo punto di vista su quello che sta avvenendo? Come reagisce il mercato a questa rivoluzione tecnologica e quali sono le soluzioni che avete adottato?

Mauro Capozzi
Posso provare a raccontare la nostra esperienza.
Come azienda di facility, che quindi basa il suo core business sulla fiducia che il cliente ripone in noi, ci sentiamo eticamente in dovere di investire molto nell’aspetto Innovazione.
Siamo partiti rinnovando il nostro stesso modello di business. Lo abbiamo rifondato su due concetti: personale diretto, quindi filiera diretta e subappalto ridotto praticamente a zero e nuove tecnologie. Per renderlo possibile abbiamo investito in formazione, abbiamo dotato ognuno dei nostri 300 Collaboratori dei miglior smartphone sul mercato e abbiamo sviluppato app interne che ci aiutano a lavorare e a comunicare meglio. In poche parole vuol dire che oggi, anche in questo momento, ognuna delle persone in campo ha nella sua “cassetta degli attrezzi” anche il suo smartphone. L’obiettivo finale è la tracciabilità , un valore fondamentale per noi di FACILITY Gest. Tracciare tutti gli step di ogni lavorazione ci permette di dire ai nostri clienti non solo se le attività sono state fatte o meno, ma anche come, perché, in quanto tempo ecc. In realtà in FACILITY Gest non ci accontentiamo solo di questo. Proprio in questi mesi stiamo iniziando a “Taggare” tutto il patrimonio di oggetti e ambienti che abbiamo in gestione, così che ognuno di questi possa darci un dato di ritorno sul suo stato. E’ la rivoluzione dell’Internet delle Cose.
Pensate che il nostro Personale eroga attività sul campo per circa 400mila ore all’anno, queste 400mila ore corrispondono a circa 1 milione di singole attività che vengono eseguite su altrettanti oggetti. E’ inutile dire che solo il controllo dei numeri ci mette nelle condizioni di fare un’analisi post-operativa che sia davvero utile a ragionare insieme al cliente ad una nuova strategia.
Questo perché tutte le aziende cambiano continuamente, le Persone cambiano continuamente, e raccogliere il dato a noi serve proprio per poter seguire e favorire questo cambiamento.

Moderatore
È davvero impressionante la mole di dati che si rendono disponibili, ma queste informazioni, che sono assolutamente vitali per conoscere l’operatività del cliente come dei propri collaboratori, non possono diventare un limite? Con questa base di dati onnipresente e sempre consultabile non si rischia di creare un’interferenza e quindi un processo di continua rivalutazione degli accordi?

Mauro Capozzi
In realtà questo è proprio quello che cerchiamo di fare. E’ la forza di avere un tool, uno strumento strategico di monitoraggio e previsione condiviso con il cliente.
Qualche anno fa stavamo immaginando questa soluzione. L’avevamo battezzata Smart Solution. In fondo se ci pensiamo il tema in altri settori si è già spostato sull’idea che il cliente e l’erogatore del servizio interagiscano attraverso un tool di monitoraggio, e in effetti il nostro tool è pensato proprio per consentire non solo l'interazione tra chi monitora il servizio - quindi il cliente o il back-office FACILITY Gest – ma anche e soprattutto tra le persone che eseguono il servizio, quindi che puliscono la scrivania, che sistemano la caldaia. Questo non crea un’interferenza, anzi, mette il cliente nella condizione di fare la scelta strategica più adeguata rispetto al suo cambiamento interno. Il Facility in fin dei conti si occupa di innovare e, a nostro modo di vedere, deve farlo nel rispetto della tradizione: impegnandosi a gestire i servizi no core del cliente con l’obiettivo di renderlo più competitivo sul mercato. Questo per noi vuol dire il termine PARTNERSHIP.

Moderatore
Un’ultima domanda extra. Lato cliente questo richiede una grande specializzazione? Non è meglio un contratto in cui definisco quello che voglio e ci rivediamo l’anno prossimo, piuttosto che un filo diretto costante in cui il cliente può avere la tentazione di cambiare l’oggetto del contratto stesso?

Mauro Capozzi
Noi lavoriamo solo con clienti BtoB e Realtà Private, ed è impossibile non notare che la tendenza è proprio quella al cambiamento e al miglioramento continuo delle attività e dei processi interni.
Se pensiamo alla vecchia gara tipica di Facility Management il cliente era abituato ad un ciclo di offerte e valutazioni che mediamente durava tre mesi; oggi il cliente ha bisogno di attività molto più performanti e ha bisogno di rivedere giorno per giorno le sue scelte strategiche. L’Italia è già piena di queste situazioni, pensiamo alle tematiche di smart working, che accelerano la comunicazione tra di noi; sono il motivo per cui le aziende tendono sempre di più a centralizzarsi negli headquarter e a favorire il lavoro da casa. Quindi anche in questo caso sta cambiando il modello, e cambia così velocemente che il cliente ha bisogno di un dato altrettanto veloce e puntuale, che gli permetta di fare delle scelte mirate, ma soprattutto consapevoli.